...Se io fossi acqua...
film documentario sugli tragici eventi calamitosi che colpirono la val di vara il 25 Ottobre 2011
Dopo varie proiezioni ed una tournèe in giro per il Paese, selezionati a Cinemambiente a Torino, ospiti di Slow food italia a Caffeina a Viterbo, fuori concorso ad Ischia film festival, selezionati al Poseidonia film festival a Carloforte, “SE IO FOSSI ACQUA”, approda per la prima volta in provincia di Genova e l'occasione si terrà a Casarza Ligure presso l'auditorium di Villa Sottanis in un evento promosso dall'Osservatorio Meteorologico, Agrario, Geologico Prof Don Gian Carlo Raffaelli e con il patrocinio del Comune di Casarza Ligure. L'evento è stato patrocinato per la prima volta, anche da Slow Food Italia.
Il documentario è un viaggio narrato dalle stesse voci di chi ha vissuto in prima persona il dramma dell’alluvione del 25 ottobre 2011 in Val di Vara, il racconto dei soccorritori e la voce dei tecnici che, a vario titolo, hanno partecipato alla macchina della Protezione Civile ed hanno liberato dal fango e dai detriti una valle. Il racconto di Carla si identifica con il valore secolare delle piazze italiane. La poesia narrata di Agnese è una lezione di territorialismo. Il volto di Giovanni trasmette la serenità ed il carattere antico di un popolo. Le mani di Maura, che ricamano dei mazzi di fiori di zucca, ricordano le mani delle tante donne che hanno fatto l’Italia. La voce di Marino è capace di sciogliere il ghiaccio che ciascuno di noi si porta dentro. E tanti altri ancora.
Il documentario non si limita a realizzare un racconto corale sul dramma del 25 ottobre 2011. Esso si sviluppa nella testimonianza di una comunità che reagisce prontamente allo scoramento iniziale ed al ritardo degli aiuti economici e ricomincia a lavorare la propria terra, dopo averla ripulita dai tronchi divelti e dai detriti, rimettendola in produzione senza “saltare” la stagione della semina. Una comunità in cui i valori profondi della solidarietà, dell’appartenenza, del dialogo vengono vissuti prima ancora che raccontati. Il documentario prova a raccontare tutto questo, attraverso il linguaggio universale dell’immagine e della parola.
Il filo conduttore del racconto è l’elemento acqua che diventa intimo attraverso un rapporto-conflitto quasi famigliare perché, nonostante quello che ha provocato, in fondo “l’acqua è la vita”.
film documentario sugli tragici eventi calamitosi che colpirono la val di vara il 25 Ottobre 2011
Dopo varie proiezioni ed una tournèe in giro per il Paese, selezionati a Cinemambiente a Torino, ospiti di Slow food italia a Caffeina a Viterbo, fuori concorso ad Ischia film festival, selezionati al Poseidonia film festival a Carloforte, “SE IO FOSSI ACQUA”, approda per la prima volta in provincia di Genova e l'occasione si terrà a Casarza Ligure presso l'auditorium di Villa Sottanis in un evento promosso dall'Osservatorio Meteorologico, Agrario, Geologico Prof Don Gian Carlo Raffaelli e con il patrocinio del Comune di Casarza Ligure. L'evento è stato patrocinato per la prima volta, anche da Slow Food Italia.
Il documentario è un viaggio narrato dalle stesse voci di chi ha vissuto in prima persona il dramma dell’alluvione del 25 ottobre 2011 in Val di Vara, il racconto dei soccorritori e la voce dei tecnici che, a vario titolo, hanno partecipato alla macchina della Protezione Civile ed hanno liberato dal fango e dai detriti una valle. Il racconto di Carla si identifica con il valore secolare delle piazze italiane. La poesia narrata di Agnese è una lezione di territorialismo. Il volto di Giovanni trasmette la serenità ed il carattere antico di un popolo. Le mani di Maura, che ricamano dei mazzi di fiori di zucca, ricordano le mani delle tante donne che hanno fatto l’Italia. La voce di Marino è capace di sciogliere il ghiaccio che ciascuno di noi si porta dentro. E tanti altri ancora.
Il documentario non si limita a realizzare un racconto corale sul dramma del 25 ottobre 2011. Esso si sviluppa nella testimonianza di una comunità che reagisce prontamente allo scoramento iniziale ed al ritardo degli aiuti economici e ricomincia a lavorare la propria terra, dopo averla ripulita dai tronchi divelti e dai detriti, rimettendola in produzione senza “saltare” la stagione della semina. Una comunità in cui i valori profondi della solidarietà, dell’appartenenza, del dialogo vengono vissuti prima ancora che raccontati. Il documentario prova a raccontare tutto questo, attraverso il linguaggio universale dell’immagine e della parola.
Il filo conduttore del racconto è l’elemento acqua che diventa intimo attraverso un rapporto-conflitto quasi famigliare perché, nonostante quello che ha provocato, in fondo “l’acqua è la vita”.